GINARTE,PIÙ CHE INVISIBILE, ESSENZIALE - Di Margherita Calabi de Pachon
CON LA NUOVA LIMITED EDITION DI GINARTE, L’ARCHITETTO PIERO LISSONI REINTERPRETA LA BOTTIGLIA COME OGGETTO DI DESIGN: UN GESTO DI MISURA E VISIONE TRA ARTE, MATERIA E SPIRITO
Nella nuova collaborazione con Ginarte - gin puramente italiano dedicato al mondo dell’arte –l’architetto e designer Piero Lissoni firma una limited edition che è molto più di un contenitore: è una riflessione sul visibile e sull’invisibile, sull’equilibrio tra rigore e libertà. Una bottiglia che non contiene soltanto un distillato, ma una visione creativa emblema del Made in Italy. Per Lissoni il design non è solo un gesto decorativo, ma è un’architettura miniaturizzata. Anche quando si parla di gin.
Ne abbiamo parlato con lui tra geometrie, ghiaccio e gin martini.
Se il gin fosse un materiale da design, quale sarebbe?
«Sarebbe l’acciaio inox.»
La trasparenza è uno degli elementi chiave di questa bottiglia. Cosa le piace di ciò che è invisibile?
«Partendo dall’idea che per me il gin è invisibile, la bottiglia non poteva che rendere visibile ciò che normalmente non si vede.»
Cosa la ispira di più quando lavora su un progetto così fuori formato come una bottiglia di gin?
«La difficoltà del linguaggio. In realtà disegnare una bottiglia, che sia per il gin o per qualsiasi altro liquido, rappresenta una grande difficoltà di linguaggio.
Le bottiglie sono macchine tecnologiche e devono contenere dei liquidi, ma lavorano con delle scale e delle proporzioni molto forti, molto ferree, molto precise.
Quindi la bottiglia non è per me un contenitore, ma una macchina per poter contenere qualcosa.»
Un drink che descrive la sua personalità?
«Gin martini. Girato e molto, molto ghiacciato - meglio se il gin parte già molto ghiacciato. E olive.»
Nella collaborazione con Ginarte si parla di equilibrio tra semplicità e autenticità.
Lei dove trova il suo equilibrio creativo?
«L’equilibrio lo trovo nella gestione della complessità. Studiare è un gesto di grande complessità, dopodiché dallo studio devi entrare nella pratica quotidiana. Disegnare un oggetto che agli occhi possa sembrare semplice mi porta a usare un grandissimo livello di
complessità. L’equilibrio sta nel dosare i due elementi.»
Questa bottiglia è un’opera di design, ma anche un contenitore di storie. Se potesse
distillare un’emozione, quale sceglierebbe?
«Se possiamo definirla emozione, metterei la purezza.»
Ha disegnato bottiglie, hotel, yacht…C’è un oggetto che non ha ancora mai progettato, ma che le piacerebbe reinterpretare?
«Lo scoprirò domani mattina.»
Infine, qual è il brindisi perfetto secondo Piero Lissoni?
«Un Martini cocktail, dei piccoli pierini (dei mini toast) e una compagnia adatta
al Martini e ai pierini, preferibilmente sulla terrazza del Gritti Palace a Venezia.
Ovviamente con mia moglie.»