L’AUTOMATICO DEL SOL LEVANTE
La storia dei Seikomatic raccontata partendo dalla più celebre delle sue referenze: La J13085
È ORMAI NOTO, anche al di fuori del mondo dei collezionisti, che Seiko abbia prodotto notevoli orologi negli anni ‘60 che hanno lasciato un segno nella storia
dell’orologeria. Nel 1959, Seiko ha introdotto i Gyro Marvel, i primi orologi automatici completamente realizzati in casa, e ha sviluppato la linea originale Alpinist, che è ancora in produzione oggi. Durante gli anni ‘60, Seiko ha continuato a innovare con prodotti all’avanguardia come la serie Seiko 5 (nella linea Sportsmatic), la serie 5 Sports, il primo cronografo automatico al mondo (dotato del calibro 6139, disponibile dal maggio 1969), e ha lanciato il primo orologio al quarzo per il polso, l’Astron (nel dicembre 1969). In questo periodo di grande attività produttiva, Seiko ha anche introdotto la linea Seikomatic, caratterizzata da movimenti automatici. Il primo modello Seikomatic è stato presentato nel 1960 ed era equipaggiato con il calibro Seikosha 603,prodotto dalla fabbrica Suwa. Era un orologio dal design semplice ma elegante. La linea Seikomatic comprendeva una vasta gammadi orologi, alcuni più eleganti e altri più sportivi, che coprivano segmenti di mercato inizialmente di alto e successivamente di medio livello. Questi orologi erano posizionati appena sotto le linee GS e KS, destinati a un pubblico esigente con caratteristiche di alta qualità,
tra cui cassa in acciaio impermeabile (30m, 50m e 70m), calendario e il movimento automatico con “magic lever”.
Il primo Seikomatic era equipaggiato con il movimento automatico 603, successivamente rinominato 6201 dopo il 1964 con la ricodifica dei calibri. Questo movimento funzionava a 18.000 alternanze all’ora ed era disponibile in varianti da 17,20 o 30 rubini. La complicazione della data è stata introdotta per la prima volta nei Seikomatic Self Dater del 1962, equipaggiati con il calibro 394 con 24 rubini, predecessore del calibro 6205 e dei modelli con calibro 395.
Nel 1963 è stato lanciato il Seikomatic Weekdater, equipaggiato con il calibro Seikosha 400, con indicazione del giorno e della data. Dopo il 1964, il nome Weekdater è scomparso e sono state introdotte serie specifiche di Seikomatic. Sono stati prodotti modelli con calibri 6206, 6218, 6245, 6246, la serie Seikomatic R con calibri 8305, 8306, 8325, 8346 (fino al 1968) e la serie Seikomatic P con calibri 5106 (nel 1967).
Nel 1965, la linea Seikomatic è stata la prima a introdurre il calibro automatico dichiarato “Cronometro” dalla Maison giapponese, con i movimenti 6245 (solo data) e 6246 (giorno/data), entrambi con 39 rubini. Queste referenze sono state prodotte per circa un anno ed è quindi raro trovarle oggi.
Nel 1968, il nome Seikomatic è stato abbandonato e sostituito da Business, che utilizzava il movimento 6206, mentre il modello Business A aveva il movimento 8305. La serie Seikomatic P è diventata Presmatic, con il calibro 5106, dotato di una complicazione di cambio rapido della data premendo la corona (P indicava “push” e “presmatic” significava la stessa cosa).
Ma concentriamoci sul modello oggetto della nostra analisi. Circa nel 1963, Seiko ha introdotto sul mercato un orologio che potremmo definire “di lusso”, il Seikomatic Self Dater con resistenza all’acqua di 70 metri e 50 metri, equipaggiato con il calibro 395, dotato di 39 rubini.
Questo modello era disponibile in due versioni: una con cassa Gold Cap (con rivestimento in oro) e resistenza all’acqua di 70 metri, e l’altra con cassa in acciaio e resistenza all’acqua di 50 metri, con la referenza J13085 che è oggetto della nostra analisi.
Essendo una referenza con resistenza all’acqua di 50 metri e fondello a vite, questo modello va inserito nel contesto delle referenze Seiko pre-diver, che hanno anticipato l’introduzione del primo vero diver di Seiko, il 62MAS (apparso nel 1965). Ciò che rende questa referenza particolare è il calibro 395 con 39 rubini. Nell’esemplare esaminato, il calibro è stato prodotto nell’aprile 1963, come indicato dai primi due numeri del seriale, “34xxx”.
Il calibro 395 è stato poco utilizzato da Seiko, probabilmente a causa dei costi di produzione elevati. Questo calibro includeva la funzione di rimessa rapida della data, nota come “self dater”, che all’epoca rappresentava una complicazione non comune in unmovimento automatico. L’altro elemento rilevante che distingue questa referenza nella vasta produzione di Seiko è la resistenza all’acqua dichiarata di “50 metri waterproof”, chiaramente indicata sul quadrante con numeri e lettere. Questa è la stessa resistenza all’acqua del modello Seikomatic
“Silverwave”, introdotto circa un anno prima nel 1962.
Un particolare degno di nota è il fondello a forma decagonale.
Nell’esemplare esaminato, non è in perfette condizioni, ma ancora visibile con le scritte e il logo al centro. Il logo raffigura un delfino “incoronato”, con il numero “39” che fa riferimento ai rubini nel calibro. La corona sopra il delfino indica l’alta qualità del prodotto, posizionandolo tra i migliori della produzione Seiko.
Il fondello riporta anche la resistenza all’acqua (50m) e la referenza: J13085. È interessante notare che la serie Seikomatic è stata la prima a introdurre il logo del delfino nel 1960, un simbolo successivamente adottato anche dalla linea Sportsmatic, ma senza la corona. Il delfino evoca la resistenza all’acqua dell’orologio.
Come già menzionato, il calibro 395 dichiara 39 rubini. Questo
può sembrare una caratteristica straordinaria per l’epoca o forse solo un elemento di marketing. Se si smontasse il movimento per contarli tutti, si potrebbero individuare facilmente 33 rubini. E gli altri 6?
In un esame attento, si scopre che i 6 rubini mancanti sono posizionati al posto dei cuscinetti a sfera in acciaio del gruppo oscillante. Sulla ragione di questa soluzione “anomala,” tecnicie collezionisti hanno dibattuto, ma non esiste una risposta definitiva. Una spiegazione plausibile potrebbe essere che i 6 rubini “nascosti” fossero stati inclusi solo per aumentare il numero totale di rubini nel calibro fino a 39, creando l’illusione di un movimento di alta qualità e valore
complessivo elevato. Questo potrebbe essere considerato un espediente di
marketing credibile.