IWC - OCEAN 2000 Ref. 3519-01 BUND

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AL POLSO DEI PULITORI DELLA MARINA TEUTONICA

OCEAN 2000 REF. 3519-01 BUND, MODELLO STRAORDINARIAMENTE RARO, REALIZZATO PER UN REPARTO DI ECCELLENZA DELLE FORZE ARMATE TEDESCE E DOTATO DI UN MOVIMENTO TALMENTE UNICO DA ESSERE ANCORA OGGI UN SEGRETO “CLASSIFICATO”

QUALCUNO, ADDIRITTURA alle volte persino qualche collezionista, non ha ancora capito, che l’essenza dell’orologeria è tutta nello stupore. Sarebbe infatti impossibile appassionarsi a questi piccoli oggetti ticchettanti se, alle volte, non si riuscisse a scoprire qualcosa di straordinariamente insolito e per certi versi  unico.

È questo il caso di una piccola chimera del collezionismo contemporaneo, l’IWC Ocean 2000 referenza 3519-01 Bund (Il termine Bundeswehr, in tedesco Difesa Federale è il nome ufficiale delle forze armate della Repubblica Federale di Germania). Prodotto verosimilmente in soli 50 pezzi, quindi praticamente introvabile e con quotazioni che raggiungono e superano i 30.000 euro, è la perfetta rappresentazione dell’abilità tecnica e produttiva che da sempre  contraddistingue la casa di Sciaffusa.

  L’orologio più raro e in assoluto più importante è il 3519-01 AMAG, pensato appositamente per i Minentaucher o Sminatori Subacquei,

 

Si tratta di un modello solo all’apparenza simile all’Ocean 2000 di normale produzione (che peraltro era e rimane uno dei subacquei più avveniristici e riusciti della storia dell’orologeria moderna), ma che racchiude al suo interno delle peculiarità uniche e addirittura ancora “segrete”. Tutto ha inizio nel 1980, quando IWC inizia una proficua collaborazione con Alexander Porsche per la realizzazione di una serie di orologi Porsche Design interamente realizzati in titanio, materiale all’epoca difficilissimo da lavorare. Uno dei frutti più interessanti sviluppati con questa partnership, fu la collezione Ocean, declinata nella versione 500 e nella sofisticata 2000, impermeabile fino alla profondità stratosferica di 2.000 metri.

 

In quello stesso periodo la Marina Militare Tedesca, in un rapporto di 30 pagine, delineò le specifiche per gli orologi, sia al quarzo che meccanici, che sarebbero andati in dotazione ai suoi sommozzatori. La IWC fu incaricata della produzione e impiegò ben quattro anni per essere pronta alla produzione di quanto richiestole.La difficoltà maggiore fu quella di realizzare un orologio “completamente amagnetico” pensato per i Minentaucher (sminatori subacquei), unità d’eccellenza della Marina Militare. Il loro lavoro, estremamente pericoloso, era quello di disinnescare le mine marittime, spesso dotate di sensori magnetici e quindi ideate per esplodere a contatto con un materiale “ferroso”.

 

L’orologio doveva essere completamente amagnetico e se l’operazione era “semplice” per la cassa, in quanto il titanio ha fra le sue doti la totale amagneticità, non lo era altrettanto per il movimento, che giocoforza conteneva dei componenti ferrosi: bastava un solo componente nel materiale sbagliato, per compromettere inevitabilmente la vita del subacqueo stesso. Il risultato furono sei differenti referenze di Ocean.2000, destinate a tre utilizzi diversi.

L’End Link in titanio della ref 3519-01 con il suo numero individuale NSN utilizzato per la tracciabilità in magazzino.

 

I primi ad utilizzare l’Ocean 2000, nella versione al quarzo con referenze 3314-01 e 3319-01, furono i sommozzatori Kampfschwimmer o Nuotatori Combattenti, addestrati a Eckernforde nella Germania Settentrionale. Si tratta di truppe d’assalto che utilizzano l’acqua per avvicinarsi agli obiettivi: navi oppure postazioni a terra. Quindi necessitano di un orologio particolarmente preciso, in grado di sopportare forti sollecitazioni, ma senza nessuna necessità amagnetica: questo spiega l’utilizzo del quarzo.

Per i Sommozzatori d’Assalto (Waffentaucher) la richiesta fu diversa: dovendo loro attaccare o difendere obiettivi anche con immersioni in profondità, serviva un orologio meccanico tradizionale, con una grande leggibilità del quadrante. Tre furono le referenze prodotte: 3501-01, 3509-01 e 3529 -01. Inoltre la 3509- 01 fu declinata a sua volta con due diversi quadranti: uno con radio luminescenza e uno H3 luminescente al tritium. L’orologio più raro e in assoluto più importante, ben visibile nelle foto di queste pagine, è il 3519-01 AMAG, pensato appositamente per i Minentaucher o Sminatori Subacquei, detti anche familiarmente “Spazzini” in quanto ripulivano il mare dalle bombe antinave galleggianti o semigalleggianti.

 

LA TECNICA Osservando gli Ocean 2000 Bund salta immediatamente all’occhio la forte similitudine con le versioni civili. Il vero elemento estetico distintivo è nella lunetta che nei militari è nera e non grigia, cambiano anche il vetro piatto e non convesso e diversi particolari del quadrante: i bordi della sfera dei minuti sono dipinti in rosso mentre la lancetta dei secondi è completamente bianca, anche se sono conosciuti del 3519-01 con sfere dei secondi bianche e punta rossa. Inoltre, a dispetto del nome stesso dell’orologio, le versioni BUND erano garantite “solamente” fino a 1.000 metri in immersione. Rimanendo nel 3519-01, le differenze di questa versione erano decisamente marcate nella parte meccanica: le modifiche necessarie per una realizzazione completamente amagnetica, richiesero dei cambiamenti così radicali da rendere la sua costruzione tanto sofisticata da rientrare nei criteri di segretezza dell’esercito stesso: due sole persone in IWC potevano comunicare con la Marina Militare e ancora oggi alcuni dei materiali utilizzati sono coperti dal segreto militare.

 

Il movimento della referenza 3519-01 AMAG BUND era un calibro 3755AM con 22 rubini con base Eta calibro 2890. Attenzione, solo all’apparenza questo movimento sembra essere simile al suo capostipite. La versione IWC è infatti completamente realizzata con metalli e leghe non ferrose, a partire dal bilanciere in Niobio Zirconio. Per le altre parti ferrose sono stati utilizzati il berillio, il titanio, l’oro e altre leghe alcune delle quali, come già detto, segrete. Questo sforzo tecnologico aveva però i suoi limiti: non avendo avuto questi materiali un lungo periodo di sperimentazione, la IWC non ne poteva garantire un utilizzo per lungo tempo.Di conseguenza era raccomandato di utilizzare gli AMAG per il tempo strettamente necessario alla missione stessa e non quotidianamente. Inoltre il tempo per le revisioni periodiche passava dai tradizionali cinque anni, ad un solo anno.

All’interno del fondello troviamo il nome del fabbricante, il numero di referenza e quello di produzione.

La cassa di tutti i Bund era realizzata con una lega di titanio (TiAlV- Titanio 90%, Alluminio 6% e Vanadio 4%) altamente resistente e decisamente leggera, ma soprattutto ben più difficile da lavorare rispetto all’acciaio oppure all’oro. Il vetro era uno zaffiro piatto da 2,6 mm di spessore (1,1 mm in meno della versione civile, che infatti aveva il doppio dell’impermeabilità), con la lunetta nera girevole unidirezionale, azionabile solamente dopo la pressione contemporanea con due dita su due lati opposti. Questo evitava l’azionamento non intenzionale, garantendo al sub la massima sicurezza in missione. Al dodici era posto un triangolo di materiale luminescente. La corona, in titanio, serrata a vite con arresti anti-pressione, era posta alle quattro, in maniera tale da preservarla dagli urti e renderla più comoda quando l’orologio viene indossato. Sul lato esterno del fondello è incisa la scritta BUND e, sotto di essa, il numero a 13 cifre del Versorgungsnummer, con poco visibile il numero NSN a sette cifre che contraddistingue ogni singola cassa. Una spessa guarnizione sintetica in teflon sigilla ermeticamente la cassa.

Il fondello, con il numero NSN, è serrato a vite e può essere aperto solamente con un attrezzo specifico

 

Infine, da mettere in evidenza, a tutti i Nuotatori Combattenti, i Sommozzatori d’Assalto e agli Sminatori Subacquei, nel momento in cui lasciavano l’esercito, fu offerta l’opportunità di acquistare i Bund che avevano utilizzato durante la loro carriera.Tanti di questi modelli furono successivamente alienati e questo spiega la loro presenza, del tutto lecita anche se rarissima, nel mercato collezionistico.

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